Roberto Rubegni, che con la moglie bresciana-ilcinese Sara guida l’azienda di famiglia, ha un carattere spigoloso ma gli occhi dolci, le mani di chi lavora davvero la terra, la sicurezza di chi sa cosa fa e, soprattutto, come lo deve fare e perché. Da queste parti la terra che si eredita e che non si può più comperare porta gioia e dolori, e tanta responsabilità . E qui, sul versante sud-ovest del comune di Montalcino, si devono fare solo grandi vini. Da 3 ettari circa, coltivati a solo Sangiovese, l’azienda Bolsignano non produce mai più di 10.000 bottiglie tra Rosso e Brunello. L’approccio in vigna è dei più rispettosi (niente chimica né pratiche aggressive, che appartengono per Roberto a una vita precedente..), mentre in cantina le fermentazioni sono spontanee da lieviti non selezionati, non si fanno filtrazioni, non si controlla la temperatura e si limita l’uso della solforosa in tutte le fasi della produzione. Gli affinamenti sono un po’ più lunghi di quanto previsto da disciplinare. Roberto fa uscire i suoi vini quando sono pronti per lui.
Il versante sud è quello dei vini più “caldi” di Montalcino, da zona secca e siccitosa, con vecchie vigne su suoli ricchi di tufo e galestro, che producono uve ben mature dal tannino “dolce” e succoso.
Roberto Rubegni ha avuto la fortuna di avere un rapporto sincero e senza fronzoli con il maestro di tutti, quel Gianfranco Soldera che, pare, provava grande rispetto per l’uomo e considerava quel pezzo di terra, lì a Bolsignano, come uno dei più vocati alla produzione del suo amato Sangiovese, insieme proprio a Case Basse.